PRESENTAZIONE


Nella Prima bambina bionda della vita ho pensato, inizialmente, di scrivere brevi narrazioni autobiografiche; successivamente ho incluso argomenti di varia natura e di respiro generale senza, tuttavia, abbandonare l'intento originario ed anzi creando un legame fra narrazione autobiografica e fatti o vicende non personali.

I racconti sono quasi sempre frutto di esperienze e vicende reali , non risultato di fantasia.

Ovviamente situazioni, personaggi, riferimenti a luoghi e paesi sono stati opportunatamente modificati per renderne meno agevole o immediato il riconoscimento.

Un pò di prudenza è d'obbligo.

Tuttavia asini, muli, cavalle, attori e comparse delittuose è meglio non cercarli nelle stalle o nei teatri ma nella vita e, non di rado, fra le persone che anche istituzionalmente occupano posizioni di prestigio e responsabilità, in Italia e all'estero.

Una prima stesura, estemporanea, poi interamente rivista, è stata limitata ad 81 racconti in adesione all'identico numero dei capitoli del Tao Té Ching – il Libro della Via e della Virtù di Lao Tzu – ed anche poiché con il taoismo volevo considerare tale numero sacro, mistico e magico.

Tale stesura forniva, infatti, anche sintetiche interpretazioni del buddismo, dell'induismo,del taoismo e di altre grandi religioni.

Nella versione definitiva, invece, ho eliminato i temi religiosi e filosofici ed ho fissato a 75 le narrazioni che ho altresì ordinato per argomenti omogenei e raggruppato in 10 capitoli.

Ogni racconto descrive fatti, personaggi e vicende che potrebbero far parte dell'esperienza e della vita di ciascuno di noi, di tutti quand'anche sono, in primo luogo, esperienze vissute da chi scrive.

L'uomo di oggi (ma anche di ieri e di domani), dunque, con tutti i suoi drammi, i suoi dubbi, le sue aspirazioni, i suoi successi e fallimenti, le avventure, i tradimenti, le contrapposte esigenze, l'affiorare del suo individualismo in un mondo che vorrebbe appiattirlo, schiacciarlo o scaraventarlo nella più folle, immotivata e malsana competizione.

Ed ancora il suo costante agitarsi, il suo frequente spostarsi, il suo irrefrenabile nomadismo senza senso e senza scopo.

Un intero capitolo è dedicato al mondo magico e pittorico delle mani, non solo organi prensili e tattili o, ironicamente, oggetto di studio della chiromanzia; le mani significano metafisicamente, parti e componenti della personalità e del destino di chi scrive o dipinge ed anche degli altri.

La vita, il lavoro, e, con una parola, l'intero sistema del Bel o Bellissimo Paese crea ostacoli (Attività Gratificante) ed il potere mostra il suo volto, con arroganza, prepotenza, ingiustizia e cinismo.

Talvolta, nell'impotenza più assoluta, può essere sufficiente venirne fuori riportando il minor danno possibile.

L'esistenza da emigrante di lusso con veri privilegi non appaga, poi, e non allontana dubbi o chiarisce incertezze, problemi che si tenta di risolvere con la psicanalisi che, nel caso specifico, sortisce un unico risultato sicuro: un piccolo aiuto all'arte.

Allora non resta che scrivere , anche per tentare d'immortalarsi?

Sul palcoscenico della vita si presentano quindi attori e comparse, fantasmi, artisti, pittori-fotografi, ed altri creativi con le paure angoscianti di tutti e di sempre.

Un animale domestico, un romanzo storico,qualsivoglia altro segno ricordano e sottolineano come il futuro individuale è da creare dal nulla, ex novo, da costruire fin dalle fondamenta con metodo, costanza e determinazione.

Come già anticipato, dai racconti vien fuori la complessa, difficile e talvolta alienante vita del nostro tempo fatta, non di rado, di ingiustizie, soprusi, situazioni aberranti e disfunzioni.

Il libro ha struttura unitaria e continuità tematica di fondo, a prescindere dai singoli argomenti di ciascun racconto che, peraltro, può integrare o completare altre narrazioni della raccolta.

È preferibile, credo, leggere tutte le narrazioni per poter cogliere, nella sua più autentica espressione, il messaggio e l'ironia che attraversano tutto il libro.

Ma che cosa può fare in un siffatto contesto un povero diavolo, quasi sempre abbandonato a se stesso e alla sua sorte?

Rifugiarsi nella meditazione, fermarsi anche per un solo istante e guardarsi dentro ovvero reagire, ribellarsi e lottare anche senza voler vincere a tutti i costi ma parimenti senza accettare passivamente quello che accade?

Tale condizione e la consapevolezza dei problemi menzionati non toglie la gioia di esprimere se stessi, la propria creatività e di immaginare il proprio futuro pieno di missioni e di scopi raggiungibili con tenacia , molto lavoro e con l'accettazione dei propri limiti.

Ciò è ancora più valido per chi scrive e dipinge ed attribuisce pienezza ad ogni istante della propria esistenza e non teme la morte.

Più volte ho fatto ricorso a brevi citazioni di autori noti che prediligo; m'è sembrato infatti il metodo migliore per dire, in questi casi, in modo ottimale o incisivo quanto io stesso non avrei potuto esprimere più propriamente con mie parole.

E' stato anche un modo per render omaggio a tali prediletti grandi amici.

Per quanto concerne lo stile, ho cercato di essere spontaneo e diretto; ho ridotto al massimo premesse, descrizioni introduttive, passaggi intermedi o scontate e minuziose disamine di qualsivoglia natura, immettendo il lettore direttamente nei fatti, nelle vicende e situazioni presentate, facendolo quasi partecipare e convivere direttamente con 
i personaggi e gli accadimenti del libro.

Ho cercato, con altre parole, di far in modo che il lettore potesse agevolmente entrare nel libro, potesse liberamente circolarvi a piacimento, si perdesse nella lettura e trovasse, infine, una via d'uscita che equivale a dire una sua conclusione.

Mi auguro di esservi riuscito.

Non credo di dover aggiungere altro e, comunque, non mi sembra di aver altro da aggiungere.

Roma, marzo 2002

L'autore

 

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Le Mani