STRUMENTI DELLO SPIRITO

LE MANI


Un pomeriggio libero e via al Museo d'Arte Moderna di Città del Messico. Le opere viste interessano fino ad un certo punto e poche cose colpiscono l'attenzione. Poi sfoglia alcune pubblicazioni in vendita; trova e compra un catalogo su Francesco Clemente con opere (tappeti realizzati con tessitori di Guadalajara) aventi le mani per tematica ricorrente.

Successivamente controlla la data di realizzazione di tali opere (1987-1989) e constata che sono posteriori di almeno cinque anni alla serie di quadri che lui aveva dedicato al medesimo tema (soprattutto a Berlino) e che avevano destato 
interesse anche fra i critici; taluni poi acquistati da collezionisti o da intenditori e, ciò malgrado, nemmeno un barlume dell'affermazione dell'altro pittore, quello famoso.

Il tema delle mani, intese quasi come parti autonome, con propria vita e significato, ha interessato chi scrive, Clemente e tanti altri pittori. Questo balza evidente dalla datazione delle opere.

Ma forse Clemente pensava già prima al tema, senza avere tempo o modo di svilupparlo; l'idea, si sa, può rimanere in gestazione per anni.

Del resto, il pittore che scrive era interessato alle mani da decenni, pur senza aver realizzato nemmeno un solo disegno con mani.

L'interesse e lo studio delle mani si trova, in realtà, in tantissimi pittori anche classici.

Tuttavia, mai con il significato che rivestono per quel pittore e per Clemente; per il primo, e, forse, anche per il più famoso secondo pittore (entrambi hanno soggiornato, con diverse motivazioni, in India), le mani sono la scoperta di un mondo sui generis, innovativo, razionale e misterioso ad un tempo, ben lontano dalla chiromanzia; rappresentate senza linee e solchi interni del palmo che, almeno per lui, non rilevano e non rivelano alcun destino, indicano nell'insieme solo volontà, autonomia, decisione, ricerca, sperimentazione, dubbio, riflessione ed in definitiva: un mondo magico, tutto da scoprire.

 

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Mani e dita