IL NOSTRO TEMPO


IL PRESIDENTE




Venne nell'industriosa e popolosa città indiana per inaugurare la recente apertura dell'Ufficio di rappresentanza dell'azienda.Siconolfi avevaaiutato il responsabile locale nella scelta delle persone da coinvolgere; aveva fornito nomi e collaborato con suggerimenti, orientamenti, consigli e proposto soluzioni che contribuirono, sembra, al successo di quell'iniziativa che, al di là degli aspetti esteriori, era mirata, perseguiva scopi precisi e si rivolgeva a settori produttivi e mercantili, già individuati.

Il presidente della banca, con decine di migliaia di dipendenti in vari paesi, comprese bene il tipo, la qualità del lavoro e delle scelte effettuate e, con autentica modestia, si avvicinò a Siconolfi per ringraziarlo e parlargli, da solo.
La semplicità e il contenuto delle sue parole, il modo di fare, l'onestà profonda - che lesse nell'insieme della sua personalità - lo colpirono, senza meravigliarlo.

Ebbe la consapevolezza di trovarsi davanti ad un uomo fuori dal comune, un'eccezione nel panorama delle persone importanti, potenti e tronfie che spesso, per lavoro, era costretto ad incontrare.

Non sembrò vero.

L'uomo giusto al suo posto; una persona equilibrata, competente, misurata nei modi e nelle parole, intelligente, lungimirante.

Anche. nel Bel Paese quindi qualcosa funzionava; si poteva sperare; c'era considerazione, rispetto e riconoscimento anche per gente onesta, capace, schietta.

La contentezza era, tuttavia, mista ad incredulità, divenuta quasi istintiva con l'esperienza di molti anni e situazioni.
Infatti, Siconolfi si dovette ricredere, ben presto. Il presidente - con accuse infondate - venne rimosso ed è ora a capo di una fabbrica di elettronica, con venti dipendenti.

Questo é il vero volto del Bel Paese!

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Il professore d'arte moderna