UN AMORE VISCERALE


IL GENERALE VINCITORE



La storiella zen dell'intrepido generale asiatico dell'antichità fece ricordare l'esame di economia politica, il primo esame del corso di quella facoltà universitaria.

Il generale ha un piccolo esercito; il nemico ne ha uno di gran lunga più numeroso e agguerrito. La battaglia incombe e inizierà quella stessa sera.

I soldati sono tristi e sfiduciati. Il generale si ferma brevemente al tempio a pregare e, uscendo, dice ai soldati d'essere stato illuminato.

Getterò in aria una moneta e se verrà testa, vinceremo, se verrà croce, perderemo. Venne testa; dunque vinceremo, disse.
Iniziata la battaglia, il piccolo esercito è impaziente di battersi e alla fine risulta vincitore su quello più numeroso e agguerrito.

Il generale esausto va a dormire vestito; dalla sua tasca cade a terra la moneta, raccolta dal fedele aiutante che non può far a meno di guardarla.

Nota che quella moneta ha due teste su entrambi i lati. Quel generale aveva deciso di vincere comunque.

Il titolare di cattedra d'economia e di politica economica era in quella facoltà e in quell'università dello scenario meridionale il vero timore di quasi tutti gli studenti.

Durante gli esami faceva domande strane, illogiche, irripetibili e che spesso non riguardavano affatto quelle discipline se non nel suo cervello ammalato.

Alcuni studenti non riuscivano a laurearsi, altri restavano per anni fuori corso per quell'ostacolo.

Diversi neolaureati e studenti fuori corso raccontavano storie inverosimili su quel professore, pur realmente accadute, e da dimenticare.

Provvedimenti per mitigare quel clima di terrore non ne furono mai presi per quanto si sa.

Il tipo pare fosse eruditissimo ma era sicuramente matto.

Ignorando l'opinione contraria di molti, studente al primo anno e sognatore decise di preparare economia politica.

L'ingenuo comprò i tre libri di testo del corso, di cui il professore era autore, e cominciò a studiare con diligenza.

Erano tre libri ben rilegati, ma ciclostilati e stampati su carta scadente, costosissimi comunque. Una lapalissiana speculazione di quel personaggio!

Commentava spesso con amici, altri studenti e i fratelli il pessimo e arcaico italiano, le frasi indecifrabili e lunghissime di quei libri.

Mentre studiava, entrò nella stanza uno dei suoi fratelli e lo invitò a leggere una frase per lui incomprensibile o quasi. Il fratello lesse con calma e improvvisamente lanciò il libro verso la parete; lo trovava, semplicemente, spazzatura.

Andò avanti, studiò, ristudiò, consultò altri testi e per la sessione autunnale si sentiva preparato.

Statino in mano, lasciò i tre libri all'amico col quale ogni tanto studiava pregandolo di custodirli mentre sosteneva l'esame; entrò nell'aula.

Molto cortese, il professore lo invitò a sedersi e annotò qualcosa su un grande registro; poi, prese lo statino tra le mani.

Chiese con fare davvero compìto quali argomenti presentava e aveva studiato; lo studente elencò i titoli dei tre libri.

Bene!, disse; e continuando: Mi parli del sesto capitolo del primo testo.

Chi stava per sostenere il suo primo esame universitario si fermò a riflettere brevemente; non ricordava gli argomenti ordinati per singoli capitoli ma conosceva abbastanza in dettaglio la materia. 

Decise, quindi, di parlare degli ultimi argomenti trattati in quel testo, in base alla sua memoria.

Il professore ascoltò alcuni minuti e l'interruppe.

Va bene!, disse; Ma questo è l'argomento del quinto capitolo.

L'esaminando si fermò cercando di ricordare ancora ma quell'argomento, secondo lui, concludeva quel libro; non ricordava altro.

La memoria lo tradiva? Eppure doveva essere fresco e lucido a circa vent'anni! Forse è l'emozione, pensò.

Non ritenne Utile aggiungere alcunché o dire altro; attese altre domande che non ci furono. Un esame con una sola domanda e quale domanda!

Il professore propose di non tener conto di quel tentativo, strappare lo statino e non rischiare un'eventuale bocciatura.
In quel momento lo studente intimorito e inesperto gli fu grato; accettò subito ed uscì da quell'aula.

Fuori, chiese all'amico di restituirgli i libri e controllò immediatamente l'indice di quel testo avendo conferma, come sospettava, che aveva solo, unicamente cinque capitoli.

Quel maledetto stronzo l'aveva fregato, quel pazzo da rinchiudere per sempre!

Lo studente era distrutto, scoraggiato, offeso e avvilito per quella vigliaccata, per quell'ingiustizia.

Se avesse potuto l'avrebbe bruciato!

Dopo qualche giorno, ricominciò a studiare non solo economia politica ma anche politica economica. Aveva deciso di fare e superare quei due esami al più presto, alla sessione d'esami successiva, senza tener conto di quello ch'era successo. 

E magari imparare a memoria indice, prefazione, introduzione, data di pubblicazione, editore e altre stronzate del genere!

Quelle materie incuriosivano e interessavano lo studente, malgrado tutto, e cercava di fare del suo meglio, andava avanti nello studio con rabbia repressa e tanta pazienza. Il potere tirannico, intimidatorio e condizionatorio di quella sorta di cattedratico aveva fatto capolino sul suo luminoso e giovane palcoscenico. Non riusciva a digerire la pillola!

Sfiduciato parlò con uno dei suoi fratelli che, per essere in contatto e a conoscenza dei problemi di quell'università, conosceva bene la situazione e non si meravigliò affatto di quanto gli raccontò circa quel suo primo esame.

Alla sessione successiva, rifece l'esame di economia politica e prese un ottimo voto.

Fece, dopo circa una settimana, anche quello di politica economica e il voto fu ancora migliore del primo.

Quel professore gli rivolse domande pertinenti e non l'interrogò più sull'indice che, questa volta, aveva cercato anche d'imparare.

Sorge più che un dubbio che, pur senza avere conosciuto in quegli anni neppure la parola zen, lo studente s'era messo in tasca pure lui una moneta con due teste, su entrambe le facce o qualcosa di analogo?

Sorge parimenti il dubbio che, come quel generale, aveva superato quegli esami ancor prima di averli sostenuti.

Forse il vero fregato fra studente e professore fu quest'ultimo per quel tentativo, mal riuscito, del maestrucolo universitario, pur emerito conoscitore di tante teorie economiche, di tentare di fregare quell'ingenuo studente.

 

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L'esame di greco