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PSICOLOGIA DI ASINO



Siconolfi, per obbligo e prassi, rese subito visita ad Asino al suo arrivo e gli sintetizzò qualcosa su avamposti precedenti e sull'ultimo, quello di provenienza, e analoghe banalità o amenità. Gli disse che il Mulo dell'avamposto di provenienza lo salutava - come gli era stato richiesto - e che lo ricordava con cordialità.

Questo Mulo era un personaggio molto difficile, temuto e temibile, autoritario per intenderci. Solo in parte autorevole, irascibile, dispotico, presenzialista ma con il quale Siconolfi era riuscito ad andare d'accordo nell'avamposto di provenienza.

Malgrado la sua personalità del tipo tiranno inguaribile, l'aveva riempito di lettere d'elogio, che Siconolfi interpretava, malignamente, come riscontro a regali e omaggi che gli faceva pervenire in tutte le occasioni quasi per tenerlo buono, sincerarlo della sua gratitudine ed evitare il più remoto insorgere di qualsivoglia problema.

Una sorta di tassa sulla convivenza pacifica.

Leben und leben lassen, dicono in Germania e, da noi, vivi e lascia vivere; non fa una grinza, va bene così!

Nell'udire nome e cognome di quel Mulo, Asino fece una lieve smorfia, modificò l'espressione del suo volto, lo contrasse; sta ingoiando un rospo, pensò chi era venuto a porgere i suoi omaggi ad Asino.

Subito dopo quest'ultimo raccontò che, agli inizi della sua carriera (o solo una corriera?), quel Mulo era stato suo capo e, in una determinata occasione, gli aveva fatto un tale cazziatone di cui si sarebbe ricordato per tutta la vita, come testualmente confessò.

Ovviamente, Asino non fece cenno alle sue eventuali vite successive, non già perché non credeva nella reincarnazione. Vi credeva e vi credette fino all'ultimo istante della sua breve vita (ed immatura, frettolosa fine) ma, pur con la sua intelligenza di Asino, sapeva bene e sa tuttora che, per il suo operato in quest'esistenza, si sarebbe reincarnato, nelle vite successive, in elementi senza memoria: pietra, sasso, granello di sabbia, polvere e cose del genere.

Pertanto Asino poteva aver memoria del cazziatone solo in questa vita; dunque, era logico e giusto approfittare in tutta fretta di questa e solo di questa esistenza per potersi vendicare dell'affronto, dell'onta, dell'indicibile vergogna, dell'ingiusta umiliazione subita dal suo capo del tempo, il Mulo di ieri di Siconolfi, estimatore e amico di quest'ultimo, come gli era parso nella sua personalià gretta, da vero coatto.

La vita non avrebbe potuto mai e poi mai offrirgli altra occasione tanto favorevole e a portata di mano. Il nuovo arrivato era suo suddito, aveva su di lui ogni diritto, anche di morte.

Asino dovette probabilmente pensare: costui deve cadere ad ogni costo, al più presto perché amico del Mulo, che mi ha inferto il cazziatone ed ha protetto e favorito il nuovo arrivato. Oggi, non più semplice Asino per costui che mi rende visita e che assume qui dove sono preposto, per costui preparerò una lezione ancora più dura e pesante di quella che ricevetti dal Mulo, suo amico.

Sono un Asino speciale che vale più del Mulo di qui.

Il nuovo arrivato dovrà ricordarselo, almeno per tutta questa vita ed io sarò così ripagato del torto subito.
È meglio far presto; dopo, sarò forse pietra, sasso, granello di sabbia o polvere.

Preparò la sua vendetta con calma, senza esitazione o errori, con cattiveria e freddezza, in silenzio e segretamente, con viltà, falsità, disonestà e, in meno di un biennio, riuscì a sfoggiare - come da manuale - un picchetto d'onore per il nemico vinto, ormai quasi morto, ucciso a tradimento, ma forse di rango.

Vi è riuscito?

Non si è così sicuri; se si può pensare, scrivere e fare tante altre cose che si continuano a fare con entusiasmo e qualche risultato.

Asino, invece, senza propri valori, seguì l'ignominiosa fine di Numero Uno, il suo protettore; divenne in meno di un triennio un granellino di sabbia, spostato continuamente e per l'eternità dal vento, senza pace, senza requie.

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Vita da mulo