MAGNETISMO E IMPREVISTI


MAGNETISMO ISTINTIVO



Diciassette nero

Si concentrò, fissò intensamente, senza pause, quel numero, impresso come gli altri sul disco girevole della roulette, con insolita, indefinibile emozione, più che sicuro in anticipo dell'esito, per lui scontato.
Credette, pur stranamente, di poterlo determinare quel risultato.
Uscì effettivamente il diciassette nero, sul quale aveva puntato una piccola somma del poco denaro disponibile; era studente universitario.
Contento per essere riuscito, rimase quasi indifferente per la vincita.
Non è più accaduto da quella volta e non gli è più capitato di giocare alla roulette.
Forse ha perso fiducia nella roulette o, semplicemente, si diverte e s'emoziona con dell'altro.

La donna del chiosco

Guardò a lungo negli occhi e senza fare alcun gesto, quella persona - per alcuni minuti consecutivi di pomeriggi assolati di quella calda estate romana -mentre lavorava o, in obbligatorie pause, mentre si rilassava in attesa d'altri clienti nel chiosco che gestiva, proprio di fronte alla finestra dalla quale lui la fulminava con gli sguardi.
Finalmente capì e acconsentì spontaneamente.
Si potrebbe dire: fece spontaneamente quello che l'altro voleva, contenta di doverlo fare.
Chiuse a chiave la porta del chiosco e si diresse, con andatura usuale, verso l'ingresso del palazzo; raggiunse il primo piano, la porta dell'appartamento era già stata aperta. Entrò senza fare rumore; era già nella stanza, cominciava a svestirsi.
Tutto si svolse senza l'inutile impiego di parole; il magnetismo, quello facile facile, era riuscito a convincere la trentenne, attraente donna del chiosco.

Un aiuto insperato

Da poco tempo in quella città nordica e di sera tardi, l'immigrato di lusso si dirigeva in macchina verso casa.
Non era nemmeno sicuro che quella fosse la via giusta e cercava di capiredov'era finito; il motore, probabilmente per il progressivo abbassamento della temperatura, si spense. Non riuscì più a mettere in moto.
La via era deserta, poco illuminata, silenziosa, senza un passante, senza automobili; finestre e porte sprangate più che chiuse; nemmeno un orso, bianco o bruno fa lo stesso, essendo inconcepibile che animali domestici volessero suicidarsi, lasciando il caldo delle abitazioni. L'uomo si sentì circondato dal nulla, fatto di silenzio e di assenza di vita.
Non aveva precedenti esperienze di situazioni analoghe che, pur con fantasia, non riusciva nemmeno ad immaginare. Gli sembrò di essere privo di risorse. Non parlava quasi quella lingua di quella nordica città, non sapeva che fare, dove andare. A chi rivolgersi, se non c'era nessuno?
Da quel nulla silenzioso, ecco spuntare improvvisamente un'auto; il guidatore spense motore e luci e si diresse frettolosamente verso la cabina telefonica sul marciapiede, poco e male illuminata, e che quell'uomo non aveva nemmeno notata.
Parlò ininterrottamente, sembrava con una donna, per diversi minuti; l'uomo s'avvicinò ed attese fuori dalla cabina con quel freddo, serio e terribile, che parimenti non conosceva e di cui non aveva esperienza. Subito dopo, seppe che cosa avrebbe fatto.
Bussò con le dita al vetro della cabina telefonica; l'uomo lo vide e si girò verso di lui; fece un cenno alla sua auto e poi rimase immobile a fissarlo e ad attenderlo.
L'altro, girato verso di lui, si lasciava fissare.
Poi s'affrettò; concluse quasi immediatamente quella telefonata e ripose, subito dopo, la cornetta.
L'aiutò, senza esitazione e con pazienza, a rimettere in moto l'auto, che partì regolarmente. Quell'immigrato di lusso raggiunse normalmente la destinazione voluta, il porto d'arrivo, l'abitazione.

Tamponamento e schiaffoni

Uscì dall'auto di scatto - in preda a visibile nervosismo, contrarietà, dispiacere ed, è da credere, anche ad ira - quella bella, giovane francese.
Guardò rapidamente il danno procurato, con quel tamponamento, alla sua nuova automobile metallizzata e, sempre più nervosamente, salì sul marciapiede.
Diverse automobili s'erano fermate; il traffico, in quella viuzza della città nordafricana, scorreva ancora più lentamente ora.
La donna cominciò a far la matta; agli angoli della bocca le s'accumulò saliva biancastra, come bava; le braccia le si irrigidirono; le dita, tenute insieme a due a due, indice e medio, anulare e mignolo, rivolte verso il basso, si bloccarono. La testa, il collo e parte del tronco continuarono ad oscillare come una pendola, da un lato all'altro, senza sosta.
I lineamenti del volto le si modificarono; più tirati, sembravano un po' involgariti ora, con espressione tra l'impaurito e il minaccioso.
Il tipo pregò l'amico che guidava l'auto nella quale erano, in terza posizione, rispetto a quella tamponata e alla successiva, che aveva causato il danno, di farlo scendere.
S'avvicinò a quella donna, effettivamente fuori di sé e le parlò piano, cortesemente nella sua lingua.
La fissò bene e a lungo negli occhi, belli, neri e vivissimi, e seguì - come non mai - il suo istinto, rischiando fors'anche una denuncia o quanto meno una decisa o sproporzionata reazione di quella donna.
Poi, senza interrompere di guardarla fissamente e mentre le chiedeva scusa di farlo, di doverle far male, le diede due sonori schiaffoni, uno su ciascuna guancia.
La donna si calmò immediatamente, si rilassò.
Tutte le parti del suo corpo e del suo viso ritornarono come prima, normali; sorrise; quasi appagata ora, guardò con simpatia e gratitudine chi l'aveva schiaffeggiata.
Mentre, quella stessa sera, insieme con 1' amico che guidava l'auto e col marito di lei, stavano bevendo un aperitivo - invitati a casa dai francesi quasi per via degli schiaffi - la giovane ed avvenente signora domandò a quel tipo: ma come ha fatto a sapere che quegli schiaffi m'avrebbero calmata?.
Non rispose; non aveva nulla da dire, non sapeva egli stesso s'era stato magnetismo facile, in forma pura, o se ad esso non era stato aggiunto soltanto un pizzico di masochismo made in France.

Il pesciolino del lago ghiacciato

Andarono, per una passeggiata domenicale, in quel bel lago ghiacciato, in zona centrale di quella città nordeuropea.
Una giornata fredda, molto luminosa, di quel lunghissimo inverno.
Non abituato, fece molta attenzione, cercando di non scivolare e rimase indietro dal gruppo.
Incuriosito, osservò quasi tutto; era la sua prima passeggiata su un lago di ghiaccio.
S'avvicinò ad un uomo quasi immobile, ch'aveva notato, e che, da lontano, non riusciva a capire che cosa facesse.
Come altri, visti successivamente, quell'uomo aveva scavato una buca nel ghiaccio, profonda fino a raggiungere il livello dell'acqua sottostante e pescava, con filo, amo ed esche.
Si fermò, ad alcuni metri di distanza da lui, per ammirare quell'operazione, nuova per quello straniero, cercando di non disturbare il pescatore domenicale.
Si vide, quindi, un pesciolino color ocra, rimasto attacato all'amo, venir fuori dalla buca e l'uomo che, con attenzione cercava di liberarlo.
Lo ripose in un sacchetto di plastica dove probabilmente aveva già altri pesciolini.
Era contrariato che quel grosso e robusto individuo che sicuramente avrebbe potuto mangiarsi tutto il cibo che voleva, s'accanisse contro l'ingenuo e sfortunato pesciolino.
Lo trovava assolutamente ingiusto; una crudeltà bella e buona. Cominciò a fissarlo intensamente e con tutta la concentrazione di cui era capace. Contemporaneamente, mentalmente ripeteva, come ordine perentorio, rimetti immediatamente il pesciolino nella sua acqua.
L'uomo lo guardò a sua volta; l'altro continuò immobile a fissarlo con sfida e comando insieme, come e più di prima, fintantoché, dopo alcuni secondi, quell'uomo-pescatore per hobby s'abbassò come un automa, prese il pesciolino e lo rimise, attraverso la buca, nel lago.
Il pesciolino era vivo, lo straniero lo vide muoversi e agitarsi poco prima di ritornare nel suo ambiente.
Un pesciolino era almeno salvo.
Se avesse potuto ripetere quell'operazione con ciascuno di quei pescatori; pensò!

La gattina siamese

Si potrebbe continuare con altri episodi di magnetismo artigianale ed istintivo.
Si può solo considerare che, purtroppo, quel magnetismo, facile o difficile che sia, non funziona sempre o comunque, per cause che restano del tutto sconosciute.
Non esistono garanzie, brevetti o pezzi di ricambio per il meccanismo di cui si parla.
Bisogna accontentarsi se, talvolta, funziona e non essere scontenti se, invece, accade l'opposto.
Funziona, sempre e soltanto, il magnetismo della gattina siamese, di razza purissima e di linea perfetta; fissa i suoi occhi come fari luminosi e impone che le si dia quel tale cibo, si apra quella determinata porta, si chiuda quell'altra finestra o quant'altro vuole.
Che s'accontenti ogni suo desiderio, imposto con quell'infallibile metodo. È il solo magnetismo che funziona sempre.

 

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Il suo migliore amico