UN AMORE VISCERALE


L' INTERROGAZIONE DI MATEMATICA




Quell'anno il massimo della comicità si ottenne con il paio di occhiali da sole, portati in pieno inverno, per proteggere l'occhio sinistro, già ricoperto con abbondante cotone per rendere credibile il gonfiore e la conse uente lacrimazione a causa di un'inesistente infezione, che, così, si voleva rendere plausibile.

Ciò, per evitare la preannunciata interrogazione in matematica, materia che, anche per via dell'insegnante, risultava indigesta più che antipatica e che, comunque, non s'era studiata.

Titolare di matematica era un tipino indimenticabile; nubile, quasi anziana, mai un sorriso, rotondetta, sempre in ordine ma inelegante, con baffetti più che incipienti, senza trucco, labbra sottili e secche, avara anche di quei piccolissimi gesti necessari a creare cordialità con gli studenti; sicuramente aveva sofferto tutta la vita; proveniva da una famiglia numerosa, tradizionale, dedita al piccolo commercio; aveva finanziato gli studi universitari di uno dei fratelli, il più giovane, e s'era privata di molto pur di ottenere quel risultato: la laurea e la specializzazione del fratello, per lei quasi un figlio, considerata la differenza d'età.

Non dava l'impressione di conoscere la materia; le sue lezioni di matematica o fisica non si discostavano punto dal tracciato del libro di testo; erano noiosissime, facevano venire il latte alle ginocchia!

Con lei facevano venire il formaggio alle ginocchia. Il latte non bastava!

Pur non amata dagli studenti, da molti anni era titolare e faceva parte del liceo, era quasi un'istituzione.

Quella mattina, tuttavia, fu premurosa e insolitamente materna. Se l'era bevuta!

Pregò lo studente con occhiali da sole, sedutosi a bella posta al primo banco, di spostarsi all'ultimo per evitare la polvere prodotta dai gessetti sulla lavagna e non l'interrogò.

L'ilarità dell'intera classe, trattenuta a mala pena per una sorta di complice solidarietà e per ammirazione verso l'originale e temeraria trovata, esplose nell'ora successiva, quella di filosofia.

Il professore, vecchio volpone più navigato dello studente con occhiali da sole, comprese immediatamente, anche per le allusioni degli altri studenti, la vera natura del male e lo pregò di rilassarsi e togliersi gli occhiali, non più necessari.

Le risate furono senz'altro esagerate ma distensive e compensarono in parte l'atteggiamento costantemente musone di quell'insegnante, ch'era in fondo una bravissima persona .

Per il momento, s'era vinta una battaglia!

 

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L'inganno